domenica 5 giugno 2022

26/05/2022 Monte Cadria traversata da nord a sud

 

        Stamattina si respira un’’aria fresca, pregna degli umori della pioggia notturna, luminosa di promesse. Si dissolvono come spirali di nebbia sui prati gli ultimi spettri della notte. Saranno solo promesse di una primavera che sta ancora vivendo momenti di irrequietezza

Da Lardaro in macchina fino al località Deserta, dove si parcheggia        


In mezzora ai  prati di Malga Rìngia

e poi  su strada forestale si raggiunge Malga Pura

Ma già si addensano nebbie alla bocca di Tortavàl.

Una traccia attraversa al limite del prato e quando entra nel bosco si fa più sicura
Il Càdria si svela tra sipari di nuvole quasi ad apparire siderale e inaccessibile
Bocca di Tortavàl. Il sentiero, poco frequentato, sul pendio finale si fa più incerto tra la vegetazione. 

Alla Bocca insistono le nuvole, con qualche azzurra speranza

Alla Bocca troviamo il sentiero della Pace. Magnifico sentiero di stampo austroungarico. Alle spalle la Roda e le lunghe creste di Concei

Il sentiero si fa aspro, ma mai difficile,
a volte pare arrestarsi sopra un abisso di nebbia

ma, aggirato uno sperone, attraversa a raggiungere un punto più vulnerabile.

La bellezza di un sentiero che sfiora abissi, tenendoti per mano

Già i crinali che convergono proiettano la sommità

Senza fatica si sale e si scorge con intima contentezza il culmine della giornata

Le nebbie vaganti diventano coreografia.

In basso la val di Cadria dove sale la via comune. Fa da sfondo il Nozzolo

Scendiamo lungo la cresta sud-ovest a completare l'attraversamento. 

Il sentiero, ideale prolungamento di quello fatto in salita, si aggira sicuro tra rocce e pendii, con la sola attenzione di non inciampare mentre si gode del paesaggio

Mentre la Cima si allontana

Finestre sul Lago di Ledro

Il sentiero scende tra il digradare delle elevazioni della cresta detta di Masco, sfiorandone le sommità. Un tempo sicuramente le avrei toccate tutte come un pellegrinaggio.

Alla fine della cresta scendiamo nella pastorale valle di Cadria


La piccola sella al centro permetterà il ritorno a valle, direttamente a malga Ringia, mentre si addensa un temporale,

ma sarà solo una pisciatina d'angeli che profumerà il bosco. Tornati a Malga Rìngia schiarisce.

Un ultimo sguardo alla forcelletta che ci ha permesso il ritorno a valle










giovedì 10 dicembre 2020

Campanili di Val Orsera

       Dove la splendida Val di Rava incontra il suo cielo. Alcuni campanili svelti e altezzosi, altri più docili ma degni di considerazione.

La val di Rava bella in ogni stagione, ancor più l'autunno, dove si gode del sole che riscalda le spalle e illumina rocce e pendii come una potente attrazione. Giunti al Forzelòn di Rava, abbiamo attraversato sotto il crinale raggiugendo la forcelletta ovest di Cima Trento (q 2.493). Abbiamo percorso poi la cresta salendo quattro piccoli campaniletti fino al punto più elevato, a nord del Forzelòn di Rava, dove poi siamo ridiscesi. Non difficili ma ai lati precipitano ripidi pendii, problematici se gelati o con neve dura. Rispetto al più frequentato Cimon di Rava, più interessanti e panoramici. (19/11/2020)












Cima Trento e cima Brunella, in basso il primo levigato campaniletto


Verso il secondo, simile a un'ara pagana. Al centro il più elevato  a destra il quarto.

Il secondo

I primi due alle spalle


Sul terzo



Il prosieguo della cresta. Quello in primo piano si sale da nord, ma oggi senza ramponi, troppo pericoloso. Sarà una scusa per ritornare.


Al ritorno le scale di guerra del Tombolin di Rava si presentavano coperte di neve ghiacciata. Preferibile quindi scendere di nuovo in val di Rava e attraversare poi i pendii innevati, cercando di non perdere troppa quota verso il passo di Fierollo. Di lì scendere in Val Fierollo e completare il giro


lunedì 5 ottobre 2020

Cima delle Buse - Lagorai

 

        La prima neve sul Lagorai, con qualche accumulo insospettabile, coda fredda dell'ultima perturbazione. Col sole caldo di fine settembre, la neve si fa marcia e molto scivolosa sulle rocce spioventi e sulle zolle viscide. Quindi rinunciamo alla traversata per le creste fino al Montalon. Molta attenzione anche in discesa.      

        Attraversiamo poi i versanti sud sotto le cime fino a malga Valsorda, solitaria custode dei pascoli autunnali. Il caldo sole della sera ha sciolto gran parte della neve e rende luminosi i pendi ancora verdi che attendono le imminenti gelate. (29/09/2020)


I luminosi pascoli di Malga Montalon


Forcella Montalòn e la Pala del Becco

Saliremo alla Cima delle Buse, sulla destra


La malga Montalòn in posizione incantevole, quasi abbandonata



        Poi  durante una pausa di rifocillamento, ho dimenticato la fotocamera su di un sasso. Me ne sono accorto già in alto ormai.Dimenticarla è stato anche un ottimo deterrente al continuare un percorso di cresta  pericoloso. 
         Le foto che seguono sono fatte col cellulare.


Sui pendii che conducono alla cresta e poi alla Cima delle Buse

e la vista si allarga alla Pala del Bécco e al Montalòn


la cresta finale








Laggiù sotto una tendina di nuvole Cima d'Asta


Ritorniamo con un giro sul versante ovest a recuperare la macchina fotografica

Sui pendii solivi la neve s'è sciolta 





Attraversiamo lungamente sui versanti sud  per poi scendere alla Malga Valsorda e quindi con un lungo giro alla base di partenza

attraversiamo sotto la Cima delle Buse





Malga Val Sorda e scendiamo poi in Val Sorda al ponte Quarello