lunedì 29 luglio 2019

Cima di Val Scura (Brenta)


     Addentrarsi di mattina presto nei boschi sopra malga d’Arza, verso la Loverdina o il Termoncello, si percepisce la presenza misteriosa dell’orso che ha abitato questi luoghi da sempre. La nebbiolina svapora al primo sole, gli scrosci delle gocce degli alberi che si scrollano di dosso la pioggia della notte fanno sussultare e trattenere il respiro. L’impressione di intravvedere la sagoma nel fitto di là di una breve radura suggestiona i sensi.

      Salgo la valle degli inferni e alla bocchetta mi affaccio con immutato stupore agli antichi pascoli della media Campa. Un flora alpina da meraviglia. Che resti sempre così. (13/07/201)



I pascoli di Malga d'Arza. A destra, lontana, Cima di Val Scura

La valle degli Inferni, tutt'altro che infernale, quando non imperversa un temporale
 Dalla bocchetta degli Inferni verso la Loverdina e il lontano Sasso Rosso

Ci si affaccia alla media valle della Campa. Magnifico!


Si attraversa alti sulla valle verso bocca di val Strangola

Appare la Cima di Val Scura, al sole


La bocca di Val Strangola

L'imbocco della Val Scura


La boccca di  Val Sura

Dalla bocca si salgono i pendii verso la Cima




Sulla cresta finale


Si salgono le roccette

e poi il passaggio finale 

Dalla Cima di Val Scura la cresta prosegue verso la Crozàra della Campa e Cima S. Maria

Il Cimon della Campa e dietro la Borcola

Scendiamo un canale di roccia sull'opposto versante. Sceso il canale è possibile  attraversare a destra e riprendere il filo della cresta verso la Santa Maria. L'ho già fatto tanti anni fa. Stavolta mi accontento e preferisco abbassarmi sui ghiaione e scendere nel fondo della magnifica Campa verso la Malga

Ritorno nella valle della Campa