Addentrarsi di mattina presto nei boschi sopra malga d’Arza, verso la Loverdina o il Termoncello, si percepisce la presenza misteriosa dell’orso che ha abitato questi luoghi da sempre. La nebbiolina svapora al primo sole, gli scrosci delle gocce degli alberi che si scrollano di dosso la pioggia della notte fanno sussultare e trattenere il respiro. L’impressione di intravvedere la sagoma nel fitto di là di una breve radura suggestiona i sensi.
Salgo la valle degli inferni e alla bocchetta mi affaccio con immutato stupore agli antichi pascoli della media Campa. Un flora alpina da meraviglia. Che resti sempre così. (13/07/201)
I pascoli di Malga d'Arza. A destra, lontana, Cima di Val Scura
Dalla bocchetta degli Inferni verso la Loverdina e il lontano Sasso Rosso
Ci si affaccia alla media valle della Campa. Magnifico!
Si attraversa alti sulla valle verso bocca di val Strangola
Appare la Cima di Val Scura, al sole
La bocca di Val Strangola
L'imbocco della Val Scura
La boccca di Val Sura
Dalla bocca si salgono i pendii verso la Cima
Sulla cresta finale
Si salgono le roccette
e poi il passaggio finale
Dalla Cima di Val Scura la cresta prosegue verso la Crozàra della Campa e Cima S. Maria
Il Cimon della Campa e dietro la Borcola
Scendiamo un canale di roccia sull'opposto versante. Sceso il canale è possibile attraversare a destra e riprendere il filo della cresta verso la Santa Maria. L'ho già fatto tanti anni fa. Stavolta mi accontento e preferisco abbassarmi sui ghiaione e scendere nel fondo della magnifica Campa verso la Malga
Ritorno nella valle della Campa