Gli antichi credevano che i sogni
dell’alba fossero i messaggeri di Zeus. Stamattina come al solito è arrivato
il merlo a svegliarmi. Alla prima luce del giorno si è posato sulla grondaia e ha
salutato la nascita del nuovo giorno. E’ sempre lo stesso che abita vicino a
casa. Ha imparato per sua fortuna a guardarsi dagli
agguati improvvisi del mio gatto Poldo. Ormai conosco le sue abitudini e il suo canto singolare.
Inizia sempre con “Are you ready? Vi assicuro che
sembra cantare davvero l’incipit di quel canto gospel. Poi per dieci minuti
ininterrotti o forse più si esibisce nel suo repertorio di gorgheggi da virtuoso
della voce, del quale conosco ormai passaggi e variazioni. Termina l’assolo con il melisma gregoriano di un improbabile “Ite
missa est” e poi se ne va.
Sono completamente sveglio, ma ora tutto tace e attende come un fremito la ripresa della vita. In quel silenzio irreale, senza volerlo sono ripiombato in un sonno profondo, e ho viaggiato tra i meandri di un sogno. Un sogno vivido, di una logica stringente, con un susseguirsi di azioni così reali che tuttora ricordo. Quel sogni che ti fanno esclamare: “ Che sogno incredibile!” Non voglio raccontare a chi legge le fasi salienti e concitate di quel sogno. Non era nemmeno un sogno erotico. La cosa sorprendente è che quando mi sono svegliato stavo per imbarcarmi sul nuovo traghetto dell’Avisio, in partenza al ponte di San Lazzaro di Lavis. Signori si parte! Prossima fermata Verla di Giovo.
Sono completamente sveglio, ma ora tutto tace e attende come un fremito la ripresa della vita. In quel silenzio irreale, senza volerlo sono ripiombato in un sonno profondo, e ho viaggiato tra i meandri di un sogno. Un sogno vivido, di una logica stringente, con un susseguirsi di azioni così reali che tuttora ricordo. Quel sogni che ti fanno esclamare: “ Che sogno incredibile!” Non voglio raccontare a chi legge le fasi salienti e concitate di quel sogno. Non era nemmeno un sogno erotico. La cosa sorprendente è che quando mi sono svegliato stavo per imbarcarmi sul nuovo traghetto dell’Avisio, in partenza al ponte di San Lazzaro di Lavis. Signori si parte! Prossima fermata Verla di Giovo.
Guardavo
senza particolare sorpresa l’Avisio simile ad un placido fiume che scorreva
solenne verso la foce. Ma per fortuna era solo un sogno. L’Avisio lo preferisco
irruente e selvaggio così com’è, come un ragazzo che deve ancora imparare tutto dalla vita.
*** il merlo è lo stesso che nomino in altri episodi di questo blog.
*** il merlo è lo stesso che nomino in altri episodi di questo blog.
Ma che bello...
RispondiEliminal'Avisio simile ad un ragazzo.
Mi ricordo da bambino quando ci gettavamo nel fiume senza saper nuotare...
Grazie Diaolin. Per noi scendere all'Avisio nelle ore più calde dopo pranzo e prima del "Vespro" era una grande avventura. Non ricordo il caldo nè la fatica del sentiero ripido.
EliminaUn merlo officiante il rituale del risveglio
RispondiEliminaGiusta affermazione Roberto. L'estate con la finestra aperta alla prima luce è un rito. Un prete con la tonaca e il becco giallo
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