giovedì 18 giugno 2015

Uno strano sogno



              
               Gli antichi credevano che i sogni dell’alba fossero i messaggeri di Zeus. Stamattina come al solito è arrivato il merlo a svegliarmi. Alla prima luce del giorno si è posato sulla grondaia e ha salutato la nascita del nuovo giorno. E’ sempre lo stesso che abita vicino a casa. Ha imparato per sua fortuna a  guardarsi dagli agguati improvvisi del mio gatto Poldo. Ormai conosco le sue abitudini e il suo canto singolare.

                Inizia  sempre con “Are you ready? Vi assicuro che sembra cantare davvero l’incipit di quel canto gospel. Poi per dieci minuti ininterrotti o forse più si esibisce  nel suo repertorio di gorgheggi da virtuoso della voce, del quale conosco  ormai passaggi e variazioni. Termina l’assolo  con il melisma gregoriano di un improbabile “Ite missa est” e poi se ne va.   
                   Sono completamente sveglio, ma ora tutto tace e attende come un fremito la ripresa della vita. In quel silenzio irreale, senza volerlo sono ripiombato in un sonno profondo, e ho viaggiato tra i meandri di un sogno. Un sogno vivido, di una logica stringente, con un susseguirsi di azioni così reali che  tuttora ricordo. Quel sogni che ti fanno esclamare: “ Che sogno incredibile!” Non voglio raccontare a chi legge le fasi salienti e concitate di quel sogno. Non era nemmeno un sogno  erotico. La cosa sorprendente è che quando mi sono svegliato  stavo per imbarcarmi sul nuovo traghetto dell’Avisio, in partenza al ponte di San Lazzaro di Lavis. Signori si parte! Prossima fermata Verla di Giovo.

                Guardavo senza particolare sorpresa l’Avisio simile ad un placido fiume che scorreva solenne verso la foce. Ma per fortuna era solo un sogno. L’Avisio lo preferisco irruente e selvaggio così com’è, come un ragazzo che deve ancora imparare tutto dalla vita.

*** il merlo è lo stesso che nomino in altri episodi di questo blog.




4 commenti:

  1. Ma che bello...
    l'Avisio simile ad un ragazzo.

    Mi ricordo da bambino quando ci gettavamo nel fiume senza saper nuotare...

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    1. Grazie Diaolin. Per noi scendere all'Avisio nelle ore più calde dopo pranzo e prima del "Vespro" era una grande avventura. Non ricordo il caldo nè la fatica del sentiero ripido.

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  2. Un merlo officiante il rituale del risveglio

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    1. Giusta affermazione Roberto. L'estate con la finestra aperta alla prima luce è un rito. Un prete con la tonaca e il becco giallo

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