Anche
stanotte lo stesso sogno. Davanti un sentiero diritto di terra rossa, avvolto
dall’ombra di querce secolari. Sfocia su un vertiginoso abisso di stelle. Una
sottile inquietudine consuma le forze rendendo il passo affaticato, il respiro
pesante.
Mi sveglio come emergere da un profondo mare primordiale a cercare con affanno l’aria. Allungo la mano e sento il calore della mia compagna che respira al mio fianco. Mi pervade una profonda dolcezza, una serenità mi culla fino a che scivolo in un sonno tranquillo.
Mi sveglio come emergere da un profondo mare primordiale a cercare con affanno l’aria. Allungo la mano e sento il calore della mia compagna che respira al mio fianco. Mi pervade una profonda dolcezza, una serenità mi culla fino a che scivolo in un sonno tranquillo.
“Lascia che il Cammino ti
parli e tu devi interrogare il Cammino” mi diceva il vecchio Alberto. Tante
risposte le custodisco nel cuore, ma tanta la voglia di interrogare ancora il
Cammino.
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