La luce di quella serata estiva
scemava velocemente, per l’addensarsi di nere nuvole temporalesche verso la
Paganella. Il tuono brontolò lontano, annunciando l’ennesimo temporale di
quell’estate straordinariamente piovosa.
Gli uomini discutevano animatamente,
in un capannello del dopo cena nella piazzetta della chiesa. Chi era seduto sui
gradini e chi in piedi gesticolava animatamente. Si parlava del tempo, delle
piogge continue di quell’estate
incredibile. L’uva schiava era attaccata dall’oidio quasi senza rimedio e si
temeva per il raccolto ormai compromesso dalla piovosità persistente e
improvvida.
Anche Tonòn e Pio** erano nella
piazzetta davanti alla chiesa. Qualche anno era trascorso dalle picconate del
Tonòn sul soffitto “giust sbianchegià” del Pio. Erano gli anni del boom
economico e si cominciava ad andare in vacanze al mare. Anche figli e nipoti del Pio in quei giorni piovosi
d’agosto erano a Jesolo, a quei tempi il mare dei Trentini.
Pio, uomo flemmatico, aveva cercato più volte di
intervenire nella discussione. Anche lui
sul tempo di quell’estate aveva da pronunciare una sentenza di condanna. Alzando le mani per attirare l’attenzione: “za.. za.. zanta madona de dio…e qquei cche è
al….” Ma subito era soffocato dai
sacranòni del Tonòn che guardava il cielo sempre più nero. Tonòn preoccupato, pensava alle sue viti sotto attacco del centesimo temporale di stagione.
Globi di lampi a nord ovest, un fitto tamburellare di tuoni preceduti da un vento teso che traeva un sibilo inquietante dalla campanella di sant’Antonio. Il temporale era già sulle loro teste con i primi goccioloni grossi come ciliegie. Un lampo come una fiammata cui seguì il crepito immediato del tuono, improvviso come una cannonata.
Globi di lampi a nord ovest, un fitto tamburellare di tuoni preceduti da un vento teso che traeva un sibilo inquietante dalla campanella di sant’Antonio. Il temporale era già sulle loro teste con i primi goccioloni grossi come ciliegie. Un lampo come una fiammata cui seguì il crepito immediato del tuono, improvviso come una cannonata.
Nel silenzio prima del fuggi fuggi
generale, il Pio ancora gesticolando con braccia e mani finalmente riuscì a dire la sua: “za..
za.. zanta madona de dio! ...e qquei cche è al mare alora?
** leggi anche: http://andreabrugnara.blogspot.com/2015/08/giust-sbianchegia.html
"....Pio era un uomo flemmatico. Parlava lentamente, con una lieve balbuzie, intercalando spesso il discorso, non con dei sacranòni come Tonòn, ma con un flebile za…za zanta madòna de dio, giacche aveva la esse un po’ sibilante."
"....Pio era un uomo flemmatico. Parlava lentamente, con una lieve balbuzie, intercalando spesso il discorso, non con dei sacranòni come Tonòn, ma con un flebile za…za zanta madòna de dio, giacche aveva la esse un po’ sibilante."
Ahahahah molto divertente
RispondiEliminaMerito anche dell'amico Eugenio Sartori che ha sempre saputo cogliere il lato paradossale di una situazione. Quando suonavamo insieme raccontava questi episodi ed erano risate. I personaggi sono esistiti solo i i nomi sono inventati.
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