In cima ad una breve salita, di fianco alla strada, emerge un po’ sbilenca dalla vegetazione del sottobosco, una lapide che ricorda la storia di Antonio Clementi, della famiglia dei Belàmi.
Col tempo è divenuta un punto di riferimento nelle distanze e nei lavori dei boschi. Quaranta minuti di cammino da Masén. Quando si passava di là ricordo mio padre che soffermandosi, si toglieva il cappello e mormorava sottovoce un “rechiameterna”.
Sulla pietra di
arenaria giallastra, ormai annerita dalle intemperie, è inciso rozzamente: “1875 lì 8 ottobre – Antonio Clementi di
Verla morì morso da vipera di anni 38. Requiem”.
Oggi passando di
qua, posso anche sorridere pensando a quella vipera incattivita dall'età, con il dente velenoso di una zitella acida e invidiosa. La stessa che sputava
veleno sui miei momenti di gioventù scapestrata.
Non posso però
perdere l’occasione di fermare i passi
nel silenzio del bosco. Ascoltare un altro racconto del passato e
meditare sul destino, a volte beffardo e
imprevedibile.
Ma la preghiera era per la vipera??
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