lunedì 7 ottobre 2013

Pontesèl



Nell’aria c’è l’odore della neve. Radi fiocchi portati dal vento freddo. La conca del Cadino scura, senza sole, dall’alto di questo segreto punto panoramico conosciuto, ormai da pochi, come il Pontesèl. L’aria è grigia, i colori smorti, ma la neve fatica a farsi strada dalla cavità del cielo. L’Adige pare immobile, verde giada, i rumori della piana giungono ovattati.

E’ stato anni fa, quando si andava qualche domenica d’estate al Sajuch, qualcuno degli adulti che ben conosceva la zona  parlava  del Pontesèl. Ed a me che chiedevo spiegazioni mi si raccontava di questo punto panoramico che come balcone si affacciava alto sulla Val D’Adige. E’ rimasto lì nella memoria come un luogo fantastico da ritrovare. Quando anni fa, seguendo un’esile traccia l’ho scoperto, è stato un momento di intensa emozione.

Aggrappata ad uno sperone di roccia una postazione di caccia. Pare quasi che i cacciatori che la frequentano più che della caccia siano amanti della contemplazione e della meditazione. Se non fosse per il bosco alle spalle, sarebbe un nido d’aquila alto sulla Valle. L’ambiente ha un sapore selvatico con i dirupi del Mont Alt che scendono bruscamente sul Cadino silenzioso, le rocce del Mon Bas  su cui si aggrappano i cespugli e i pini rossi  più tenaci.

Nonostante il passare degli anni tutto è rimasto apparentemente immutato. Passano di fretta le stagioni, gli anni si accumulano in un substrato di foglie secche tra le radici, ma questi alberi adattati al terreno magro, esposti ai venti crescono senza fretta, impercettibilmente, stentati e contorti. 
Dal Pontesèl sul Cadino e Val d'Adige

Il Pontesèl


Dal Pontesel sul Cadino

Dall'alto del Pontesèl

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