Nell’aria c’è l’odore della neve. Radi fiocchi portati
dal vento freddo. La conca del Cadino scura, senza sole, dall’alto di questo segreto
punto panoramico conosciuto, ormai da pochi, come il Pontesèl. L’aria è grigia,
i colori smorti, ma la neve fatica a farsi strada dalla cavità del cielo.
L’Adige pare immobile, verde giada, i rumori della piana giungono ovattati.
E’ stato anni fa, quando si andava qualche domenica
d’estate al Sajuch, qualcuno degli adulti che ben conosceva la zona parlava
del Pontesèl. Ed a me che chiedevo spiegazioni mi si raccontava di
questo punto panoramico che come balcone si affacciava alto sulla Val D’Adige.
E’ rimasto lì nella memoria come un luogo fantastico da ritrovare. Quando anni
fa, seguendo un’esile traccia l’ho scoperto, è stato un momento di intensa
emozione.
Aggrappata ad uno sperone di roccia una postazione
di caccia. Pare quasi che i cacciatori che la frequentano più che della caccia
siano amanti della contemplazione e della meditazione. Se non fosse per il
bosco alle spalle, sarebbe un nido d’aquila alto sulla Valle. L’ambiente ha un
sapore selvatico con i dirupi del Mont Alt che scendono bruscamente sul Cadino
silenzioso, le rocce del Mon Bas su cui
si aggrappano i cespugli e i pini rossi
più tenaci.
Nonostante il passare degli anni tutto è rimasto
apparentemente immutato. Passano di fretta le stagioni, gli anni si accumulano in
un substrato di foglie secche tra le radici, ma questi alberi adattati al
terreno magro, esposti ai venti crescono senza fretta, impercettibilmente,
stentati e contorti.
Dal Pontesèl sul Cadino e Val d'Adige |
Il Pontesèl |
Dal Pontesel sul Cadino |
Dall'alto del Pontesèl |
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