sabato 5 ottobre 2013

Maderlina






Poco a poco, silenziosa, quasi furtiva, nella notte è ritornata la pioggia. Lieve, leggera come una carezza, quasi non volesse fare violenza alla terra asciutta e arida.

Nei boschi le foglie secche appena inumidite esalano odore acidulo di tabacco. La terra umida abbandona nuovamente i suoi penetranti aromi di decomposizione. Odori acri di macerazione, di ceppaie muscose, di alberi caduti consunti dal tempo, di morte frammista a profumi vaghi di vita che rinasce.

L’erica fiorita, le primule, l’anemone hepatica, la poligala, le nuove erbe che rinascono sui resti secchi dell’inverno, i germogli che rompono i tronchi e si trasformano in tenere foglioline.

Tra una schiarita e l’altra passano nubi sempre più minacciose che nel pomeriggio si addensano e si fanno vera pioggia,  come un lungo pianto.

La terra si beve avida quest’acqua che cade a ondate intermittenti sempre più decise. Tra qualche giorno tutto il verde nascosto formerà un tappeto sui prati e avanzerà verso l’alto dei fianchi boscosi.

E tutto mi sa di miracolo; e sono quell’acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c’era.* 

* Quasimodo









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