lunedì 7 ottobre 2013

Rì Séc



Sui prati innevati che scendono verso Baita Gelasi la neve scricchiola. Nonostante il cielo limpido e il sole, il gelo rinserra ancora la terra nella sua morsa. La valle del rio Secco è ancora una fessura buia.

L’Acqua chiocciola roca tra i sassi gelati,  increspando appena una limpida pozza che il ghiaccio tenta di imprigionare. Il gelo esala dall’acqua un fiato freddo, che scolpisce le rughe della faccia. 

Ancora per breve corso, poi le  acque del rio si inabisseranno misteriosamente in chissà quale inghiottitoio. Un tempo non era così.  A testimonianza del suo lavoro millenario sono rimasti i salti di calcare, lisciati come marmo  dalla foga dell’acqua che precipitava nelle forre sopra l’abitato di Cadino. Della passata  irruenza restano i massi di porfido arrotondati,  rotolati chissà da dove e abbandonati come in tutta fretta nelle gole.

Solo dopo piogge copiose il rio   risveglia per breve gli scrosci delle cascate, ma non ha più la forza giovanile di un tempo. Delle piogge autunnali resta uno stillicidio che col freddo disegna colate di ghiaccio.

Eppure, percorrendo il sentiero attrezzato che dalle case di Cadino sale attraverso i salti delle gole umide, sorprende a volte un improvviso rombo d’acque, l’inquietudine o il terrore che il rio si risvegli all’improvviso, pronto a travolgere ogni cosa.

Ma è solo il rumore del vento che trae suoni profondi e sibili dalle gole, scuote i cespugli aggrappati ai burroni di calcare. Da lungo tempo ormai ha preso il nome di Ri Séc.

Gajer, Mont Alt e Mont Bas circondano come mura il Cadin Alto. Si nota la stretta fessura del Rì Sec che dai Brusàdi precipita sull'abitato di Cadino. Sullo sfondo iul Dossòn di Cembra con il Castiòn, pinto più elevato.
La ferràta del Rì Séc

Le gole del Rì Séc

La stretta valle del Rì Séc


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