Il
poeta canta la solitudine, consapevole
che proprio la solitudine lo fa poeta. Il
cuore gonfio di tristezza che si fa commozione trabocca nei versi immortali.
La
primavera è nell’aria. Lo si capisce da questo sole che si inerpica nel cielo
verso il tropico con moto costante e inarrestabile. Lo si capisce da questa
luce che piove a fiotti dal cielo brillante.
Attraversando
i boschi sopra Predacava il terreno sembra insanguinato dalla fioritura accesa
dell’erica carnea. Questi versanti solivi sono oasi felici anche d’inverno,
quando il sole crea dei nidi tepidi, protetti dai venti del nord.
Due
caprioli brucano i primi virgulti tra il letto di foglie secche. Uno mi guarda
perplesso mentre anch’io lo osservo immobile, poi con quattro balzi raggiunge
il folto. L’altro subito lo segue lasciando a metà il pasto.
Cerco
ovunque i segni della nuova stagione che avanza. Come un satiro tra i tronchi
nudi spio la Primavera che si riveste al soffio delicato degli zeffiri.
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